domenica 13 febbraio 2011

Recensione: Il Cigno Nero (2010)

Il Cigno Nero (Black Swan) - Darren Aronofsky (2010)

I had the craziest dream last night about a girl who has turned into a swan, but her prince falls for the wrong girl and she kills herself.
Candidato a ben cinque Academy Awards (miglior film, miglior attrice, miglior regia, miglior montaggio, miglior fotografia), è stato ampiamente fischiato dalla critica italiana alla sua presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia. Evidentemente qualcosa nel nostro cinema non va davvero.

Oppressa da una madre ossessiva, frustrata e piena di rimpianti, Nina è costretta a vivere in un adolescenza senza fine, circondata dai suoi orsacchiotti di peluche. Nella sua compagnia di danza, il coreografo Thomas vuole mettere in scena una nuova versione de Il Lago dei Cigni e le assegna la parte sia della protagonista Odette che della sua versione malvagia Odile. Nina, con la sua grazia e la sua eleganza è una Odette perfetta, però fatica a incarnare quello che dovrebbe essere il cigno nero: lussuria, lascivia, tentazione, inganno. La ricerca ossessiva del suo lato oscuro la porterà a scoprire aspetti di se stessa che fino ad allora erano stati semplicemente soffocati e la ingannerà conducendola al tragico finale.

Natalie Portman qui è immensa e si contrappone all'altra donna, Mila Kunis, in maniera perfetta quasi completandosi. Una è un cigno bianco: mora, graziosa, casta, alla costante ricerca della perfezione, sempre attenta alla linea; l'altra è un cigno nero: bionda, fumatrice, imperfetta nel ballo, seduttrice disattenta a quello che mangia e con chi va a letto. Completa il tutto un bravissimo Vincent Cassel che fa la parte del diavolo tentatore, insinuando in Nina il seme della pazzia.

Un'altra grande protagonista è la città di New York che non è mai stata così lugubre, scura, spettrale e al limite dell'horror. Dimenticatevi l'Empire State Building, la Statua della Libertà e Central Park, qui non ci sono. A fare la parte del leone ci sono vicoli bui, bagni sporchi dei locali, vagoni della metropolitana con vecchi maniaci arrapati e piazze deserte avvolte nel grigiore invernale che diventano una cornice soffocante a tutte le vicende e che aiutano a canalizzare meglio il senso di turbamento che il film vuole trasmettere.

Aggiungo anche che l'intera storia di Black Swan può essere letta come una rielaborazione moderna del genere classico della fiaba (pur con i dovuti cambiamenti) e in particolare de Il Lago dei Cigni. Abbiamo quindi la principessa Odette (Nina), il cigno bianco, che è tenuta prigioniera dallo stregone Rothbart (la madre di Nina) e che è alla ricerca di un principe (il coreografo Thomas) che la liberi. Questo però cade vittima del fascino di Odile (Lily),  il cigno nero, decretando la fine della stessa principessa e quando ormai se ne accorge, è troppo tardi.

Tanto di cappello quindi a Darren Aronofsky, che con questo Black Swan ha dimstrato di essere anche un bravo regista di horror psicologici.








Se non lo avete visto, guardatevi Perfect Blue di Satoshi Kon.