venerdì 14 gennaio 2011

Recensione: I Giardini della Luna (1999)

I Giardini della Luna (Gardens of The Moon) - Steven Erikson (1999)


Ho deciso di parlare de I Giardini della Luna perché ho notato che in Italia questo libro, come tutta la serie, è abbastanza snobbato. Male malissimo!

Ma andiamo con ordine. Questo è il primo libro di dieci che vanno a comporre la saga La caduta di Malazan (The Malazan book of the Fallen, in originale) e dovrebbe stare sul comodino di ogni scrittore di fantasy italiano a memento di come si dovrebbe scrivere qualcosa di "fantastico".

Siamo nel continente di Genabakis, durante la guerra di conquista iniziata dall'Impero di Malaz dopo che il trono è stato usurpato da una certa Laseen. In particolare le vicende si focalizzano sulla conquista dell'ultima città libera del continente: Darujhistan. La situazione non è però delle migliori: il corpo speciale degli Arsori di Ponti (Bridgeburners), ormai decaduto dalla sua posizione privilegiata, sta pensando a un ammutinamento. A ciò si aggiunge anche il fatto che l'Imperatrice manda un suo Aggiunto per indagare su un misterioso massacro e il suo destino andrà inevitabilmente ad intrecciarsi con quello degli Arsori. Questo per farla molto breve.

In realtà la trama è molto più complessa. Sulla sfondo della campagna di conquista di Genabakis con tutte le sue tattiche e tutti i suoi complotti, operano anche altre entità. Capita spesso infatti di imbattersi in divinità, che però sono più simili agli esseri umani di quanto ci si possa aspetta: scendono in campo rischiando di essere sconfitti, hanno vizi e debolezze e fanno di tutto per raggiungere i loro scopi. La magia poi veste un ruolo quasi centrale nelle vicende e il mondo stesso ne è immerso, ma le sue leggi sono lasciate solo intendere.

Il lettore viene praticamente catapultato nelle vicende e l'autore non lo conduce per mano attraverso questo mondo, ma lo abbandona a se stesso. Viene dato tutto per scontato, i personaggi non vengono presentati per niente e persino la storia stessa è un mistero. Le informazioni vengono centellinate e date al lettore tramite i dialoghi o le azioni dei personaggi. Anche lo stile di scrittura è molto particolare, essendo molto freddo, diretto, distaccato, ruvido. Sembra quasi di leggere un diario di guerra. E forse questa è proprio l'intenzione dell'autore.

The Malazan Book of the Fallen può essere catalogato come saga dark fantasy, a mio parere. Le atmosfere sono molto cupe, un senso di morte pervade tutte le vicende, il bene e il male assoluti non esistono, ma dipendono dal punto di vista del lettore, il sangue scorre a fiotti. Per gli amanti del genere è un vero e proprio must. Non ci sono scuse.

Note interessanti:
  • Questo libro, come poi tutta la saga, è stata inizialmente sviluppata su una piattaforma da gioco di ruolo.
  • Gardens of the Moon è stato scritto per essere la sceneggiatura di un film, poi rifiutato.
  • Le divinità sono organizzate in case e i loro membri richiamano i nomi delle carte dei tarocchi.
  • I libri che compongono l'intera saga non seguono un ordine cronologico. Troppo semplice se no!
  • Tradotto correttamente il The Malazan Book of the Fallen dovrebbe essere Il Libro Malazan dei Caduti.
  • La parola Malazan è l'aggettivo riferito al sostantivo Malaz.

    3 commenti:

    1. Verrà il giorno in cui mi deciderò a leggerlo... (anche se temo quel giorno)

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    2. Leggilo in inglese, per l'amorddiddio!

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    3. Ah ma lo farò... a costo di capire ancora meno di quanto si capisca in italiano!

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